VÀ DOVE TI PORTA IL ROSPO

Categorie: Giorgio Forattini
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Pubblicato il: Febbraio 27, 2011
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“Precedenti penali?” “Ministro dell’Interno!” 
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Antologia in 350 pagine delle vignette di Forattini del periodo Settembre 1994 – Settembre 1995, diario della politica italiana della prima stagione post tangentopoli, un puttanaio di nuove forze politiche fotocopie mal riuscite di quelle della I Repubblica, tigri di carta nate già vecchie, pronte a sfaldarsi ogni volta toccava loro immergersi nella realtà.
Un Forattini che sconta in queste pagine la sua lenta decadenza artistica post anni ottanta, comunque capace ancora di alcune trovate felici, all’altezza dell’artista che fu, come la vignetta a pagina 132, a commento del congresso di Fiuggi del ’95, con Fini che soffia sulla fiamma (tricolore) di una candela che proiettava su una parete la sua ombra, con le fattezze di Mussolini.
Nel complesso vignette caratterizzate da un disegno barocco e ricco di particolari, per raffigurare i protagonisti di quel periodo, Scalfaro, Buttiglione, D’Alema, Bossi, Fini, Berlusconi (insolitamente trattato al pari degli altri), i detentori delle leve del comando, satireggiati senza troppo sforzo, intenti com’erano a fustigarsi tra di loro, nella loro ricerca di un nuovo equilibrio di potere, rigorosamente esercitato fregandosene del bene del paese, rigorosamente enunciato come sforzo per il bene del paese.
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http://www.anobii.com/ilvignettificio/ 

LA VERGINE E LO ZINGARO

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Pubblicato il: Febbraio 1, 2011
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Romanzo di formazione di una giovane ragazza in conflitto con la società inglese del primo dopoguerra. 
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Ci sono i temi cari a Lawrence in questo racconto, la posizione critica verso la società inglese del primo dopoguerra, che aveva barattato l’assenza di vizi con l’assenza di virtù, e il riscatto a questa condizione che può passare attraverso la rivelazione della consapevolezza della propria sessualità da parte della protagonista della storia.
Curioso ma molto tipico lo spaccato della psicologia femminile esposta in questo racconto, dove la gentilezza dei ragazzi pieni di attenzioni verso di lei ma rigidamente inquadrati nella società suscita noia e repulsione nella eterea Yvette, al contrario dell’ignaro zingaro, distaccato e indifferente ma comunque al servizio di nessuno, ennesima prova che quello che fa innamorare le donne non sono le qualità dell’uomo in sé, ma lo spazio di manovra che intravedono nella possibilità di poter innestare il proprio progetto di vita su di lui.
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