Dedicato a tutti quelli che starebbero ore a contemplare “le palme baluginare ferme come giganteschi zulu ritti in faccia al mare”.
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Raccolta di brevi fumetti pubblicati sulle riviste Zut e Tango nel biennio 1987/88, campionario quindi della produzione più matura del Paz. Produzione appartenente all’empireo della poesia disegnata, tratto grafico continuamente cangiante come nuvole in un cielo in tempesta, ma sempre funzionale alle varie fasi della storia, narrazione che è un continuo giro di valzer tra melanconia e umorismo: sono questi gli elementi che rendono la lettura di questo volume un’esperienza indimenticabile. Dedicato a tutti quelli che starebbero ore a contemplare “le palme baluginare ferme come giganteschi zulu ritti in faccia al mare”.
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Le recensioni de il Vignettificio
STURIELLET
BRIGATE ROSSE
Ennesima dimostrazione di come il pensiero a base di ideologia stia alla mente come allo stomaco una cena a base di puntine da disegno. In una parola: un macello.
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Libro interessante, non per qualche sua qualità intrinseca, ma in quanto utile strumento per capire la storia delle Brigate Rosse. Vicenda raccontata in prima persona da uno dei suoi protagonisti, Mario Moretti, dai primi passi all’interno dei movimenti operai di contestazione di fine anni ’60 fino alla dissoluzione della stessa organizzazione terroristica, avvenuta all’inizio degli anni ’80, per autocancrena ideologica ed efficace azione repressiva dello stato borghese, direbbero loro, dello stato democratico, diremmo noi.
Storia di un gruppo di persone che voleva essere l’avanguardia armata di una rivoluzione marxista-leninista di massa, in un’Italia in cui, a partire dai primi anni ’70, la rivoluzione invece la farà l’ombelico di Raffaella Carrà che balla il Tuca Tuca in televisione.
Ovvero l’ennesima dimostrazione di come il pensiero a base di ideologia stia alla mente come allo stomaco una cena a base di puntine da disegno. In una parola: un macello.
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IL MALE SCONOSCIUTO DI ANDREA PAZIENZA
Un’antologia perfetta per tutti quelli che progettano di trascorrere le proprie ferie nelle “Marche. Un buon posto per finire dimenticati”.
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« “Il Male sconosciuto di Andrea Pazienza” è un omaggio alla produzione di un maestro del disegno e della narrazione moderna, che con il suo stile e il suo segno inconfondibile ha influenzato l’ultima generazione di fumettisti. » Questo recita la quarta di copertina di questa breve raccolta, nota edizione pirata del 1993 senza editore e presto ritirata dal commercio, dopo controversie con gli eredi sui diritti. Volume che dichiaratamente riprende il discorso interrotto nel 1981 con il precedente “Libro Rosso del Male”, portandolo avanti fino al 1982, anno di chiusura della nota rivista satirica. Numerose le chicche raccolte comunque all’interno, tra cui un fotoromanzo avente per protagonista lo stesso Andrea Pazienza. E andando oltre la rivista stessa, la riproposizione delle introvabili vignette del ciclo del Kossiga Furioso, le illustrazioni realizzate per il catalogo musicale Cramps e infine la storia “Suite for Benka”, pubblicata nel numero 12 di Alter Alter del 1982, in cui a quanto pare per la prima volta fa una breve apparizione un personaggio che tutti i fan del sommo Pazienza ben conoscono, sì proprio lui: Zanardi. Un’antologia perfetta per tutti quelli che progettano di trascorrere le proprie ferie nelle “Marche. Un buon posto per finire dimenticati”.
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MAUS
Perché l’arte è un’esperienza che vale sempre la pene di essere vissuta, anche quando parla di orrore e morte.
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Studiare un episodio di storia è come osservarlo raccolto in un catino. Possiamo avvicinarci, bagnarci il dito se vogliamo, guardare le increspature, indagare la viscosità, intuire il fondale. Ma chi quell’episodio lo ha vissuto in prima persona se lo è visto gocciolare addosso giorno dopo giorno, senza scelta, senza riparo, senza cognizione, assorbito in gran parte dalla spugna della vita quotidiana. Spugna che un bel giorno si satura e ti rovescia addosso gli arretrati, e ti ritrovi irreversibilmente fradicio, e non hai neanche il tempo di chiederti perché.
Poche opere dell’ingeno umano sono capaci di farti vivere queste esperienza in prima persona. Maus è una di queste. Un capolavoro indiscusso della letteratura mondiale di ogni tempo. Assolutamente da leggere. Perché l’arte è un’esperienza che vale sempre la pene di essere vissuta, anche quando parla di orrore e morte.
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COLAZIONE DA TIFFANY
Un libro da leggere a sangue caldo.
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Se il film risplende della levigata bellezza di un brano jazz, il libro proietta tutta la sudaticcia carnalità di un brano blues. Quel che nella pellicola era (anche) vista e udito, nel romanzo è (anche) tatto e olfatto.
Procedendo a colpi di pennellate impressionistiche, Truman Capote dipinge uno spaccato iperrealista della vita e della psicologia dei suoi protagonisti. Con una prosa scorrevole, disseminata di indimenticabili similitudini e metafore fulminanti, ci vengono narrate le vicende della “selvaggia e dolcissima” Holly, della sua cerchia (Sally, Mag, Rusty, Joe) e soprattutto “Fred”, alter ego narrante dello stesso scrittore, in una storia che, a differenza del film, non ha il lieto fine.
Storia anomala, carica di significati e al tempo stesso insensata, come è però realmente la vita di ciascuno di noi. Storia perfetta per tutti quelli che sono in grado di apprezzare la selvaggia poesia e il dolcissimo romanticismo nascosti in un pompino.
Un libro da leggere a sangue caldo.
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IL LIBRO ROSSO DEL MALE
Consigliato a tutti quelli che “nel 68 erano a Casalecchio di Reno”!
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Raccolta di opere di Andrea Pazienza pubblicate sulla rivista satirica “Il Male” nel periodo 1978-1980. Per chiarire la poetica di questo volume basta citare il testo di una delle vignette delle prime pagine: “Sono nato per sbaglio in una caserma di pompieri. Il parto, come ebbero in seguito a rimproverarmi, fu lungo e difficile, e mi valse il nomignolo di Vincenzo. Mio padre era allora sovraintendente alla furia d’accesso, mia madre era, ed è, una clandestina. Ma di tutto questo sorridersi d’eventi, non conservo che un ricordo crudo. Fui l’unico in famiglia a tagliarmi i fianchi, per avere delle tasche anche da nudo”. Una poetica fatta di nonsense e cazzeggio, dentro la quale affiorano lampi di introspezione e cattiveria, come verdure prelibate venute a galla in un minestrone fatto bollire dall’energia creativa dell’autore, anticipatrici di un menù più tipico del Pazienza successivo.
Fenomenale il tratto grafico e l’esplosione di invenzioni stilistiche, nelle quali si può osservare, a volte, ancora l’influenza di Moebius, punto di riferimento imprescindibile dell’ambiente fumettistico d’avanguardia di quei tempi.
Consigliato a tutti quelli che “nel 68 erano a Casalecchio di Reno”!
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IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON
Da far leggere assolutamente a tutti i ragazzi dai dieci ai quindici anni, per poi abbandonarlo e passare oltre, in accordo con la morale del libro.
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In questo libro il senso di banalità e il senso di bellezza si fondono in un’amplesso così piacevole per il lettore da far invidia all’intimità di molti amanti. Ma anche no, purtroppo. Apologo in salsa quasi mistico-religiosa della virtù dell’osare di più nella vita, non fermarsi a guardare il dito ma volgere lo sguardo verso la luna, come già narrato anche da altri autori, con tutt’altra potenza espressiva. Racconto da far leggere assolutamente a tutti i ragazzi dai dieci ai quindici anni (male comunque non fa), per poi abbandonarlo e passare oltre, in accordo con la morale del libro.
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IL GIOVANE HOLDEN
In caso di invasione aliena datelo da leggere ai visitatori, impareranno così ad amare l’umanità!
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Questo libro è la storia di un percorso, un percorso nel labirinto di quel che è, di quel che era, di quel che potrebbe essere, di quel che potrebbe essere stato, di quel che sarà, di quel che potrà essere. Un percorso condotto in quel particolare momento della tua esistenza in cui ti accorgi che la vita è una lastra di metallo ma non hai ancora la completa consapevolezza che la si possa comunque forgiare se hai la forza e la pazienza di dare le tue martellate sull’incudine. Un percorso senza meta, ma non significato, come può esserlo il percorso di un trattore che ara il terreno scrutando il sole in attesa che l’incedere delle stagioni faccia il suo corso. Riassumendo: in caso di invasione aliena datelo da leggere ai visitatori, impareranno così ad amare l’umanità!
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WATCHMEN
Una storia da leggere su più livelli, i livelli di un insieme frattale.
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Quello di Watchmen non è un mondo immaginario. È una terrificante simmetria del mondo reale. È un mondo in cui si materializzano in carne ed ossa come reali riflessioni sul potere, il limite del potere, l’origine del potere, lo scopo del potere. Una riflessione intorno al concetto di giusto e necessario, parole vuote se non vanno a braccetto con la più difficile di tutte le domande: rispetto a che cosa? Ma è anche di più. Trame e sottotrame si intersecano, trasudanti del sangue delle inquietudini dell’epoca dell’uscita di questo fumetto, non a caso le stesse della nostra epoca e probabilmente uguali a quelle di ogni altra epoca. Una storia da leggere su più livelli, i livelli di un insieme frattale.
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POMPEO
Bello e terrificante come certi brani di Miles Davis da Bitches Brew in poi.
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In Pompeo il segno grafico non è un veicolo del messaggio ma è il messaggio. Al di là di cosa si rappresenta, conta come lo si rappresenta. È la storia ferocemente autobiografica di Andrea Pazienza, la storia di un uomo che sprofonda nel tunnel della droga, la storia di una grande artista che in continuazione si chiede se basti un’inversione di inquadratura (ma non di moto) per tramutare una discesa in un’ascesa. È un caleidoscopio di stati d’animo e pensieri, e in accordo con la premessa, un’esplosione di stili grafici e invenzioni narrative. Bello e terrificante come certi brani di Miles Davis da Bitches Brew in poi.
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