“Io lascio un bianco e torbido solco, acque pallide, volti più pallidi, dovunque io navighi. Flutti gelosi si gonfiano lungo le fiancate per sommergere la mia traccia. Facciano pure, ma prima, io passo.” (Melville)
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Apoteosi apollinea di segni grafici, un apologo apostata della frenetica apaticità dei teneramente violenti anni ’80, apografo apocrifo dell’arte di un Pazienza all’apogeo, che qui si auto-rappresenta come coprotagonista al fianco del suo personaggio, Zanardi, con Colasanti e Petrilli a fare da sfondo nello sfondo di una Firenze inquieta.
Un moderna novella in 40 tavole, preceduta da una bellissima citazione di Melville, pubblicata per la prima volta su “Alter Alter” 1 e 2, del gennaio/febbraio 1985, ripubblicata nel 1988, al numero 9 della collana “La nuova mongolfiera”, edizioni “Il Grifo”.
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La terza faccia della medaglia!
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