Libro spicciolo per una storia a volte spicciola a volte molto piacevole, fatto per essere letto sotto l’ombrellone, in grado di abbronzarti con la sua semplicità.
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Libro spicciolo per una storia a volte spicciola a volte molto piacevole, secondo quei dispositivi autoportanti che sanno essere i libri progettati per essere letti sotto l’ombrellone. Libro che non riscrive la storia della letteratura, ma in fin dei conti chi cazzo se ne frega, come se non si potesse mai mangiare un piatto di spaghetti se questo non riscrive la storia della cottura, o fumarsi una sigaretta se questo non riscrive la storia della bruciatura, o far l’amore con una donna se questo non riscrive la storia della trapanatura.
Esordendo con un capitolo uno scritto da cani, lo scrittore Volo, pian piano si riscatta proseguendo con la storia, rimanendo debole nelle parti di analisi esistenzialista, tonificando i muscoli nelle parti di sintesi emozionale, raggiungendo il massimo della propria espressività narrativa nei tre capitoli finali, i più sentiti, gli unici, forse non a caso, che sono riusciti a farmi ridere nei momenti di ironia.
Libro che è comunque anche il sogno di ogni casa editrice, perché non solo ha venduto tanto, ma mi ha fatto venire la voglia di comprare anche i romanzi successivi e “La coscienza di Zeno”, tanto per capire quanto siano alte le spalle del gigante su cui sicuramente poggiano le terghe della storia qui raccontata.
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La terza faccia della medaglia!
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