Bello e terrificante come certi brani di Miles Davis da Bitches Brew in poi.
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In Pompeo il segno grafico non è un veicolo del messaggio ma è il messaggio. Al di là di cosa si rappresenta, conta come lo si rappresenta. È la storia ferocemente autobiografica di Andrea Pazienza, la storia di un uomo che sprofonda nel tunnel della droga, la storia di una grande artista che in continuazione si chiede se basti un’inversione di inquadratura (ma non di moto) per tramutare una discesa in un’ascesa. È un caleidoscopio di stati d’animo e pensieri, e in accordo con la premessa, un’esplosione di stili grafici e invenzioni narrative. Bello e terrificante come certi brani di Miles Davis da Bitches Brew in poi.
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