Ennesima dimostrazione di come il pensiero a base di ideologia stia alla mente come allo stomaco una cena a base di puntine da disegno. In una parola: un macello.
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Libro interessante, non per qualche sua qualità intrinseca, ma in quanto utile strumento per capire la storia delle Brigate Rosse. Vicenda raccontata in prima persona da uno dei suoi protagonisti, Mario Moretti, dai primi passi all’interno dei movimenti operai di contestazione di fine anni ’60 fino alla dissoluzione della stessa organizzazione terroristica, avvenuta all’inizio degli anni ’80, per autocancrena ideologica ed efficace azione repressiva dello stato borghese, direbbero loro, dello stato democratico, diremmo noi.
Storia di un gruppo di persone che voleva essere l’avanguardia armata di una rivoluzione marxista-leninista di massa, in un’Italia in cui, a partire dai primi anni ’70, la rivoluzione invece la farà l’ombelico di Raffaella Carrà che balla il Tuca Tuca in televisione.
Ovvero l’ennesima dimostrazione di come il pensiero a base di ideologia stia alla mente come allo stomaco una cena a base di puntine da disegno. In una parola: un macello.
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