“Ho fatto scarpe per tutti, anche per te, e io vado ancora in giro scalzo…” (Bob Dylan)
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Comprato pensando fosse una biografia di Francesco De Gregori, letto per metà imprecando perché in realtà non si trattava di una biografia di Francesco De Gregori, pian piano mi è anche un po’ piaciuto giusto perché non si trattava della solita biografia di Francesco De Gregori: una perfetta esperienza della filosofia zen dell’arte di apprezzare la realtà per come viene.
Attraverso il cannovaccio di un’esposizione cronologica delle uscite discografiche, viene costruita una tassonomia delle categorie mentali del cantautore, individuando una tematica all’interno di una canzone, citando parti del brano e, in modo del tutto dialogico e atemporale, accompagnando ad esso dichiarazioni o interviste, sue o di suoi collaboratori, accostamenti che a volte non si capisce bene funzionali a che cosa, forse perché troppo sofisticati per essere capiti dai più, forse perché intrinsecamente poco azzecati. Ciascun lettore decida da solo in base alla propria sensibilità: a Francesco De Gregori piacerebbe così.
Molto interessante tutta la narrazione della contestazione subita nei concerti di inizio carriera dalla fauna di invasati che negli anni ’70 avevano scambiato il materialismo dialettico per il “Vangelo secondo Lenin”.
Nota curiosa, come ogni libro su Francesco De Gregori che si rispetti, le prime cinquanta pagine parlano quasi esclusivamente di Venditti.
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