Un Manara che per una volta distoglie lo sguardo dall’erotismo esplicito del corpo femminile, per renderci partecipi dell’erotismo implicito di un paesaggio selvaggio.
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Esiste un boschetto della fantasia in ciascuno di noi, che qui diventa una prateria, riversata con carta e penna in fumetto dall’arte di Milo Manara, un west che non è solo un west geografico, ma anche un west dell’anima e un west della società, con questi indiani molto simili alla natura ribelle degli indiani metropolitani di fine anni ’70 e le truppe della cavalleria allegoria equestre dei celerini che presidiavano le piazze della protesta.
Storia pubblicata a puntate in Italia per la prima volta sulla rivista Pilot a partire dal primo numero del dicembre del 1981, e ristampata più volte nel corso degli anni, primo capitolo di una saga che si è fermata a questo primo capitolo, fumetto di un Manara che per una volta distoglie lo sguardo dall’erotismo esplicito del corpo femminile, per renderci partecipi dell’erotismo implicito di un paesaggio selvaggio.
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